A poche settimane dalla scomparsa del controverso ed ambiguo David Lynch, la Tigre Impagliata decide di concedersi un succulento piatto di scontro fra due concetti protagonisti della filosofia del regista, nonché attore, produttore, sceneggiatore, pittore ma soprattutto musicista! Su Freedom Street Radio il conflitto è servito: parliamo della dinamica fra immaginazione e allucinazione in chiave lynchiana, in correlazione al rapporto suono e visione. L’eclettico Lynch proprio in virtù della sua poliedricità è stato in grado di anticipare i tempi (un vero promotore inconsapevole del nostro motto Tomorrow is now!) e creare una circolarità narrativa tale da non permettere più ai suoi seguaci di uscire dal vortice delle sue produzioni. Ma qual è il confine tra immaginazione e allucinazione? Da Industrial Symphonies, mosaici geometrici realizzati nel suo periodo pittorico (1966) alla performance teatrale omonima (1989) l’intreccio tra immagine e suono, dipinto e video è ridondante e compaiono i primi elementi distintivi della sua poetica fatta di sfondi inquietanti e desiderio inconscio: una miscela esasperata che poi si riscontra in tutti i suoi film. Dalle canzoni di altri artisti, scelte personalmente a quelle composte da lui, con la bravura dell’eccelso Angelo Badalamenti che lo ha interpretato alla lettera, come fosse un prolungamento di se stesso e dei suoi fantasiosi miraggi, ogni racconto si carica di elementi simbolici e metafisici ricorrenti e inconfondibili, come una traccia indelebile del suo zampino. La Tigre Impagliata evidenzia un Lynch seriale; ogni sua figura è metafora che diventa firma eclatante e la musica diviene il veicolo di transito verso quei mondi lontani e irrazionali di cui lui stesso si fa messaggero interdimensionale. Una volta attraversato il portale lynciano fatto spesso di immagini e suoni tra logge massoniche, tende rosse, chiavi blu, ossessioni e possessioni, boschi misteriosi, entità malvagie, nani mirror speaker, giganti, mutaforma, doppelgänger, bambole nude, spazi transitori, sovrapposizioni e filtri, si entra in una spirale che cattura a tal punto da non riuscire più a distinguere il sogno (o l’incubo!) dalla realtà. Questa volta Freedom Street Radio si è trasformata in vetrina di indagine, red room, sala di interrogatorio, palcoscenico e fuga dal mondo, tra fantasia e illusione.
Ospite virtuale della Tigre Impagliata, Lynch, visionario e perfetto enigmista, vuole farci restare nel mistero il più a lungo possibile, stordendo lo spettatore con la sua musica, sovrapposta a scene apparentemente distanti ma così densamene intrecciate da non poter essere distintine. È così che visione e suono si mescolano, allucinazione e immaginazione si confondono in un caos per nulla casuale che lascia tutto in sospeso.
Quale passato si nasconde dietro a Rita? Che cosa ha fatto la scimmia Jack?
E torna la domanda che ci ha tutti perseguitati con ansia e terrore: chi ha ucciso Laura Palmer? Ascoltate la puntata…lo scopriremo, forse, proprio su Freedom Street Radio?!