Riscoprire lo Sguardo, l’esperienza di Remo Salvadori alla Building Gallery

Remo Salvadori, Nel momento, 2024
120
Views

Questa è l’ultima settimana per visitare la mostra di Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947) presso la BUILDING Gallery, in via Monte di Pietà 23 a Milano. 

La personale sarà visibile fino al 18 gennaio 2025 e celebra la maturità artistica di Salvadori insieme al settimo anniversario della galleria. È il rinnovo di un dialogo iniziato nel 2017, anno in cui la BUILDING Gallery ha inaugurato la sua attività con una sua esposizione.

Remo Salvadori presenta opere di nuova produzione insieme ad altre già maturate negli anni, concepite come un intervento benefico sulle energie della galleria: i lavori si inseriscono nello spazio con una finalità curativa, come agopuntura. 

Ogni opera, nella sua singolarità, instaura un dialogo che da vita a un organismo coeso che si distribuisce lungo tutto il percorso espositivo. Dimostra come l’arte possa elevarsi a esperienza trascendentale e condurre in un viaggio verso una nuova consapevolezza.

Remo Salvadori si forma in toscana, dove sviluppa un linguaggio artistico soprattutto a partire dalla fotografia e dall’utilizzo di oggetti comuni. 

Lontano dalle correnti artistiche degli anni Sessanta, non identificandosi con nessuna di queste, porta la sua pratica su un piano spirituale. Remo parte dalla contemplazione del mondo esterno e dalla sua connessione con la realtà interiore, creando riflessioni su colore, forma e materiali. Cardine della sua ricerca, sono i sette metalli alchemici e le loro proprietà curative che possono avere non solo sul corpo umano, ma anche sui luoghi. 

Secondo Salvadori, ogni spazio possiede un’energia che deriva dalle esperienze passate e che, a sua volta, influenzerà quelle future: ogni evento, incontro e persona contribuisce a trasformarne le vibrazioni. 

Le sue sculture, pitture e installazioni possono curare non solo la galleria ma anche chi vi entra. 

In questo modo, Remo Salvadori ha trasformato i tre piani di spazio espositivo in un percorso curativo e ascensionale, conducendo il visitatore verso un mondo rarefatto attraverso una salita fisica e metaforica. Al piano terra domina Non si volta chi a stella è fisso (2024), una monumentale colonna in Corten che ancora ad una dimensione terrena. Salendo al secondo piano, l’atmosfera diventa più intima e rarefatta, aprendo la via a una nuova forma di conoscenza, dove ogni certezza acquisita si dissolve, e lo sguardo del visitatore torna ad essere vergine come quello di un bambino che osserva il mondo per la prima volta.

Remo Salvadori
Remo Salvadori, Non si volta chi a stella è fisso, 2024, acciaio Corten, 345 x 268,5 x 268,5, ph. Michele Alberto Sereni 

Al piano terra L’osservatore non l’oggetto osservato (2024) accoglie chi varca la soglia, invitando a focalizzare l’attenzione non solo sulla fisicità delle opere d’arte, ma su se stessi e sulla propria esperienza. I cavalletti, come quelli usati dai fotografi, di varie altezze e colori, sono elementi ricorrenti della ricerca di Remo e restituiscono al visitatore l’attenzione che si tende a dare all’oggetto artistico: è l’energia attiva dell’osservatore la vera forza creatrice dell’opera d’arte. I cavalletti di altezze differenti, replicano il punto di vista di coloro che hanno preso parte alla creazione della mostra. Questi supporti non reggono una fotocamera, ma sostengono lo sguardo diretto dell’osservatore, che comprende l’importanza della propria percezione. 

Fulcro visivo del piano terra è la monumentale colonna Non si volta chi a stella è fisso. Questa installazione ricostruisce le fondamenta della galleria, reggendo allegoricamente il suo peso e tracciando le basi del percorso espositivo. Cinque stelle in Corten si stagliano una sopra l’altra, separate nella loro pesantezza visiva dalla leggerezza di sottili fogli di carta, che suggeriscono la discontinuità della materia. La sua potente verticalità invita a proseguire il viaggio verso l’alto.

Remo Salvadori, Non si volta chi a stella è fisso, 2024, acciaio Corten, 345 x 268,5 x 268,5, ph. Michele Alberto Sereni 

Ci si ritrova nell’indaco di Nove Giornate (2024), lavoro in acquerello su legno che domina la parete principale del primo piano, su cui molteplici forme esagonali si diramano a formare un alveare. Il richiamo alla tradizione rinascimentale è forte, non solo per l’uso simbolico del pigmento, ma anche per il processo creativo scelto da Remo Salvadori: circondarsi di amici e colleghi per dare vita all’opera. Nove giornate è nata all’interno delle mura di Assab One, spazio culturale e artistico indipendente di Milano fondato da Elena Quarestani nel 2002. Ogni collaboratore ha lasciato il proprio segno, contribuendo con pennellate di indaco che variano in intensità e decisione, riflettendo i diversi stati d’animo.

L’indaco dialoga con i dieci elementi in argento che compongono l’installazione Nel momento (2024).  Questo metallo, associato all’energia femminile e alla Luna, rappresenta simbolicamente l’intuizione, la ciclicità e la trasformazione. I fogli di metallo sono stati incisi e piegati da Remo e Nel momento diventa un accenno al movimento delle mani che rimanda alla consapevolezza del gesto nel momento presente.

Remo Salvadori, Nove giornate, 2024, acquerello, legno, 272,4 x 769,9 x 2,5 cm, ph. Michele Alberto Sereni 

Il secondo piano conclude la mostra e accoglie il visitatore in un’atmosfera rarefatta che invita a una relazione più intima con le opere.

Si trova un altro L’osservatore non l’oggetto osservato (2024), questa volta su misura di un infante e di colore oro. Remo Salvadori invita l’osservatore a riscoprire la purezza dello sguardo infantile verso il mondo che si sperimenta per la prima volta. L’oro, simbolo di spiritualità e trascendenza, permette di chiudere il dialogo iniziato al piano terra intorno al tema della percezione.

Vedersi Vedere (1996/2019), opera in rame raffigurante una pupilla esagonale che si espande oltre la forma dell’occhio, sintetizza questo concetto. L’opera dimostra che nell’atto del guardare si può diventare testimoni di se stessi: lo spettatore, consapevole del proprio sguardo, si trasforma in attore, partecipando attivamente alla creazione dell’esperienza artistica.

Installation view, Remo Salvadori, BUILDING Gallery, Milano, ph. Michele Alberto Sereni 

In questo dialogo tra materia e percezione, Remo Salvadori invita a diventare parte dell’opera d’arte, riscoprendo il proprio sguardo come strumento di consapevolezza e trasformazione. Una mostra che non si limita a essere vista, ma vissuta. 


Rachele Verga interpreta l’Arte per Freedom Street Radio

Laureata in Economia e Gestione dei Beni Culturali e con un Master in Mercati dell’Arte presso la NABA, esplora il connubio tra cultura ed economia scrivendo di arte, mercato e valorizzazione del patrimonio culturale.

Scarica l'app



0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoShop