“Le armi sono state deposte. Le stelle si sono allineate. La grande attesa è finita. Venite a vedere. Non sarà trasmesso in televisione”, con questo messaggio su X, gli Oasis hanno annunciato la reunion, tanto attesa dai fan di tutto il mondo.
Era dal 2019 che gli Oasis non suonavano più insieme. Avevano lasciato milioni di fan di tutto il mondo con la speranza che, prima o poi, sarebbero tornati insieme.
Come tantissime persone, la mattina del 31 Agosto ho provato, senza fortuna, ad acquistare il fatidico biglietto per una delle date europee che si terranno la prossima estate nel Regno Unito. Ricordo che quella mattina il mio telefono squillava come mai mi era successo. Tutti a farmi la stessa domanda: “Ce l’hai?”, come se non fosse necessario spiegare a cosa si stessero riferendo. L’attesa in coda per tentare di acquistare un biglietto non è stata comunque vana perché, anche solo per poche ore, sono tornato indietro al settembre del 1994.
Lo ricordo come se fosse ieri: stavo ascoltando un programma a Radio Deejay, chiamato “Rock the nation”, condotto dal mitico Nikki, quando ad un certo punto propose il nuovo singolo di una band di Manchester chiamata “Oasis”. Il brano in questione era “Live forever”: terzo singolo estratto dal loro fortunatissimo album di debutto “Definitely Maybe”. La mia vita quel giorno cambiò: iniziai a voler sapere tutto di loro. Non esisteva internet, i giornali erano pochi e anche la televisione non era fonte di notizie.
Comprai immediatamente il cd e mi immersi nella loro musica. Il panorama musicale dell’epoca era davvero vario. In quel periodo, oltre agli Oasis, spopolavano gruppi come i Blur, i Suede, i Pulp, i Supergrass , tanto per citarne alcuni. Diversi tra di loro ma che in comune avevano, oltre alla provenienza, l’amore per i Beatles (e chi sennò?), Smiths, David Bowie, oltre al fatto di essere giovani e belli e volere a tutti i costi il mondo. La stampa britannica nel 1993, quando queste band cominciarono a guadagnare popolarità, aveva coniato il termine Britpop. Probabilmente, oltre a essere una facile etichetta da apporre a qualunque novità musicale emergesse in UK tra il 1992 e il 1996, il britpop è più una specie di “sapore” stranamente trasversale che unisce diverse realtà di quel particolare periodo che, in realtà, avevano in comune solo la capacità di rielaborare in maniera originale gli elementi di varie esperienze musicali precedenti. Da parte mia, leggevo ogni intervista che rilasciava Noel Gallagher, soprattutto quelle nelle quali parlava dei gruppi musicali che lo avevano ispirato perché sentivo di doverli conoscere pure io a tutti i costi. E’ grazie a questa sete di conoscenza che ho conosciuto ed imparato ad amare gruppi che ancora adesso sono la colonna sonora della mia vita.
Sono convinto da sempre che non siamo noi a scegliere la nostra musica preferita ma è lei a sceglierci. Ed è altrettanto vero che una persona è la musica che ascolta.
Anche se il prossimo anno non sarò fra i fortunati che assisteranno alla fatidica reunion io sono felice lo stesso. Perché quando è uscito il loro primo album io c’ero, quando vennero in Italia a fare promozione, beh c’ero anche li insieme ad altri fan ad attenderli e salutarli in aeroporto. Così come ero presente ai concerti al Forum di Assago per il tour di “Be Here now”, il loro terzo album, e ai party nei locali a loro dedicati. Niente e nessuno potrà cancellare questi miei ricordi. Ero felice e non me ne rendevo conto: e parafrasando proprio gli Oasis: “erano giorni strani ma mi hanno fatto splendere”
No, per quei giorni e per quei ricordi non mi serve nessuna lotteria per acquistare il biglietto. Mi basta solo ascoltare un loro album o una loro canzone e ricordarmi di quei giorni in cui la musica mi stava prendendo la mano e non mi avrebbe mai più lasciato